In questa sezione è raccolta una rassegna stampa di notizie uscite sul tema dell'area di crisi del Savonese.

Area di crisi, via alla caccia a nuove aziende.

18 settembre 2017

E a Vado sono già sbarcati i “pulitori” di container

GIOVANNI VACCARO

Savona - Dopo la fase più burocratica, durata un anno esatto, entra nel vivo la procedura per far insediare nuove aziende nel Savonese, ricreare un tessuto produttivo e favorire nuove assunzioni di personale grazie agli incentivi derivati dalla dichiarazione di “area di crisi complessa”. 

Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato tutti gli enti coinvolti per l’incontro di martedì 26 in Regione, durante il quale verranno definite le “call”, ossia le chiamate per le reali manifestazioni di interesse a investire nell’area e insediare nuove attività produttive. Si riaccendono le speranze per gli oltre ottomila disoccupati savonesi (la provincia ha denunciato un tasso di disoccupazione del 6,4% nel 2016, con un picco in quella giovanile che ha toccato il 27,8%) e delle persone finite nel vortice della cassa integrazione (nei primi mesi del 2017 si è registrato un drammatico balzo in avanti, +334%). 

Per la riunione in via Fieschi sono stati convocati anche i sindaci di Vado, Quiliano, Villanova d’Albenga, Cairo e dell’area valbormidese, che incontreranno i funzionari del Mise e di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. «È il segnale che la procedura entra finalmente nella fase concreta di chiamata delle imprese – commenta il sindaco di Vado e presidente della Provincia, Monica Giuliano -. Dopo un anno di fase preparatoria, ora si entra nel vivo e si potranno vedere i primi risultati concreti. Il Gruppo di coordinamento e controllo è già stato nominato da alcuni mesi per la governance della reindustrializzazione e il 26 settembre saranno presentate le modalità di compilazione della scheda di adesione e fornite le delucidazioni tecniche ed operative. 

«Il Gruppo di coordinamento – spiegano i delegati del ministro Carlo Calenda - ha il compito di fornire le linee strategiche per la definizione del Progetto di riconversione e riqualificazione industriale (Prri) e di coordinarne l’attuazione sul territorio. Il Prri è elaborato da Invitalia, in collaborazione con le istituzioni coinvolte, ed ha l’obiettivo prioritario di “rilanciare” il territorio attraverso la promozione di nuovi investimenti produttivi, la riqualificazione di attività economiche esistenti, la rioccupazione di personale espulso dal mercato del lavoro». 

Entro dicembre sarà elaborato il progetto di riqualificazione industriale definendo i finanziamenti. I 32siti già individuatidi proprietà pubblica e di una trentina di aziende, sono già inseriti nel database di Invitalia, che ha quindi una “mappa” con un milione e 280mila metri quadrati a disposizione, tra cui i settori della centrale Tirreno Power di Vado-Quiliano lasciati liberi con l’abbandono della produzione a carbone, l’ex Ferrania e la Pertite in Valbormida. La costruzione della piattaforma di Apm-Maersk a Vado potrebbe attirare imprese di settori come la logistica e la meccanica, ma l’opportunità potrebbe essere colta anche da aziende già operanti sul territorio con l’obiettivo di usufruire degli incentivi per ampliarsi.

E a Vado Ligure sono già sbarcati i “pulitori” di container

Gli abitanti di via Piave hanno già notato da alcuni mesi le cisterne parcheggiate nel piazzale, giovedì sarà inaugurato il nuovo polo della Vado Tank Cleaning Srl, azienda specializzata nella gestione, con lavaggio e manutenzione, di autocisterne e container cisterna. L’azienda, nata dalla joint venture creata al 50% fra la filiale italiana di Stolt Tank Containers (gruppo anglo-norvegese che movimenta 35mila container marittimi nel mondo) e l’impresa di trasporto Maranzana Spa di Novi Ligure (una flotta propria di 130 trattori, 260 cisterne stradali, e oltre 1.500 tank container con Rmi Europe), aveva acquisito una parte delle aree su cui sorgeva lo stabilimento della Owens Corning Vetrotex di Vado, chiusa improvvisamente cinque anni fa lasciando senza lavoro duecento dipendenti. 

L’impianto della Vado Tank Cleaning è stato progettato per gestire circa venti lavaggi al giorno per 240 giorni all’anno, per un totale sui dodici mesi di circa 4.800 lavaggi. Trattando cisterne che trasportano prodotti chimici, ma anche derrate alimentari, il lavaggio rappresenta una fase complessa delle operazioni e richiede da due a tre metri cubi di acqua per ciascun ciclo, oltre al vapore in pressione prodotto da una caldaia a metano, mentre le acque di scarico vengono trattate in un impianto interno di depurazione. Nel sito di via Bertola sarà anche attivata un’officina meccanica per la manutenzione dei mezzi. L’obiettivo dell’azienda è supportare le attività collegate agli impianti industriali della zona, prima fra tutte la Infineum, ma anche “catturare” i clienti offrendo il servizio agli operatori che gestiranno i traffici sulla piattaforma container di Apm Terminals. Dopo la demolizione dello stabilimento ex Ocv, l’Autorità Portuale aveva già acquisito l’ex centrale di trasformazione elettrica per alimentare la piattaforma e le aziende collegate.

da www.ilsecoloxix.it